Saruta-hiko-ō-Kami

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nihonshinwa

Menzionato nel Kojiki con il nome di Saruta-hiko-ō-Kami (猿田毘古大神) è una delle più importante divinità Kami dello shintō e marito di Ame-no-Uzume-no-Mikoto (la divinità della musica e della danza). Viene considerato il Daimyō-jin della terra e guardiano del: 「Ame-no-uki-hashi」 il ponte celeste che collega la terra al Takama-ga-hara (la residenza dei Kami) per questo viene menzionato anche come Saruta-hiko-Daijin (nome riportato nel Nihon-Shoki).

Si tratta di una delle sette divinità che viene menzionata con il suffisso di 「ō-Kami」 (anche se successivamente il nome verrà riportato con il suffisso di Daijin).


La sua figura è simbolo di forza e guida, inoltre è la divinità delle arti marziali e in particolare modo del aikidō. La sua immagine viene descritta come imponente tanto da essere considerato il Kami più alto, caratterizzato da una lunga barba bianca con un volto rubicone e naso lungo, nelle mani impugna naginata ingioiellata. Nel Kojiki viene menzionato un’ultima volta quando intendo a pescare nei pressi di un lago sparisce senza lasciare traccia, lo stesso Kojiki riferisce del fatto che la moglie Ame-no-Uzume-no-Mikoto lo chiama senza avere una risposta. Mentre in una interpretazione del Nihon-Shoki si menziona che il guardiano del Ame-no-uki-hashi si oppone alla decisione di Amaterasu-ō-mi-Kami di lasciare l’eredità della terra al nipote Ninigi-no-Mikoto ma grazie all’intervento di Ame-no-Uzume-no-Mikoto convincerà il marito a lasciare il potere al discendente della divinità solare, sarà poi proprio lo stesso Saruta-hiko-ō-Kami ad accompagnare nel suo primo viaggio sulla terra Ninigi-no-Mikoto, il cui discendente diretto diventerà poi Jinmu-Tennō (il primo Imperatore del Giappone).

Diversi sono jinja consacrati a Saruta-hiko-ō-Kami come il Tsubaki-ō-Kami-Yashiro presso Suzuka-shi nella Mie-ken (lo stesso santuario consacrato alla moglie e divinità della musica e danza) mentre un altro è il Shirahige-jinja presso Takashima-shi nella Shiga-ken. Nell’opera teatrale Madama Butterfly di Giacomo Puccini del 1904 il personaggio di Oji-bōzu (lo zio Bonzo) cita il Kami sarundasico trattandosi ovviamente di una storpiatura verbale.